Prodotti a km 0
Cosa sono e cosa dice la normativa

Santa Maria degli Ancillotti

Se sei interessato a una alimentazione sana, sostenibile e di qualità, probabilmente avrai sentito parlare dei prodotti a km 0, ovvero quei prodotti che provengono da luoghi di produzione e di trasformazione vicini al luogo di vendita o di consumo.

verdure miste

Cosa significa esattamente Km0?


Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di questa filosofia di consumo? E soprattutto, quali sono le regole che disciplinano l'uso di questa definizione? In questo articolo cercheremo di rispondere a queste domande, basandoci sulla normativa vigente e sulle fonti più affidabili.


Spieghiamo meglio la filosofia del km0


Il concetto di km 0 nasce dalla volontà di ridurre l'impatto ambientale e sociale della globalizzazione, che ha portato a una produzione e distribuzione del cibo sempre più distante dal consumatore finale. Infatti, secondo alcuni studi, il cibo che consumiamo arriva a percorrere, in alcuni casi, circa 2000 km per arrivare dal produttore al consumatore, con conseguenze negative sia per la qualità e la freschezza del prodotto, sia per le emissioni di gas serra e il consumo di energia.

Per contrastare questa tendenza, si è diffusa una nuova filosofia di consumo ecosostenibile che punta sulla vendita diretta dall'azienda agricola al consumatore, o comunque su una filiera corta, ovvero con un solo intermediario tra il produttore e il consumatore. In questo modo si favorisce la valorizzazione delle produzioni locali, la tutela della biodiversità, la sicurezza alimentare, il risparmio economico e la creazione di relazioni sociali tra chi produce e chi consuma.


La normativa
Qual è il criterio per definire un prodotto a km 0? Fino a poco tempo fa non esisteva una norma nazionale che stabilisse in modo chiaro e uniforme cosa si intende per km 0 e filiera corta, lasciando spazio a interpretazioni diverse e talvolta fuorvianti. Tuttavia, dal 26 giugno 2022 è entrata in vigore la legge 17 maggio 2022 n.61, che ha finalmente fissato dei parametri precisi per l'uso di queste definizioni.

Secondo la legge, sono a km 0 i prodotti dell'agricoltura o dell'allevamento, compresa l'acquacoltura e i prodotti alimentari provenienti da luoghi di produzione e di trasformazione della materia prima o delle materie prime agricole primarie utilizzate, posti a una distanza non superiore a 70 chilometri dal luogo di vendita o comunque provenienti dalla stessa provincia del luogo di vendita o dal luogo di consumo del servizio di ristorazione.

Per i prodotti della pesca la distanza di 70 chilometri è calcolata dal punto di sbarco, fermo restando il fatto che la cattura deve far capo a imbarcazioni e pescatori locali.

Sono invece a filiera corta i prodotti agricoli e alimentari nazionali la cui filiera produttiva risulti caratterizzata dall'assenza di intermediari commerciali, ovvero composta da un solo intermediario tra il produttore e il consumatore.


I vantaggi dei prodotti a km 0
I prodotti a km 0 presentano diversi vantaggi sia per i consumatori che per i produttori e per l'ambiente. Vediamoli nel dettaglio:

• Salute: i prodotti a km 0 sono quasi sempre raccolti nella stessa giornata in cui li acquisti e questo significa che non hanno subito forzature, quindi nessuna maturazione in cella frigorifera e nessun bisogno di conservanti. Inoltre sono più freschi e stagionali, quindi più ricchi di nutrienti e sapore

• Ambiente: i prodotti a km 0 riducono l'inquinamento correlato ai trasporti e agli imballaggi, contribuendo alla riduzione delle emissioni di gas serra e al risparmio energetico. Inoltre favoriscono la biodiversità e la salvaguardia del territorio, contrastando l'abbandono delle aree rurali e la desertificazione.

• Economia: i prodotti a km 0 permettono di risparmiare sul prezzo finale, eliminando o riducendo i costi di trasporto, stoccaggio e intermediazione. Inoltre valorizzano le produzioni locali e tipiche, creando opportunità di reddito e occupazione per gli agricoltori e i pescatori.

• Sociale: i prodotti a km 0 favoriscono la creazione di relazioni dirette e fiduciarie tra chi produce e chi consuma, rafforzando il senso di appartenenza e di comunità. Inoltre promuovono la cultura e la conoscenza del territorio, stimolando la curiosità e il gusto per il cibo.

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