Proprietà dell'olio extravergine nuovo
Benefici per la salute

Santa Maria degli Ancillotti

In breve
• Cos’è l’olio “nuovo”: extravergine della nuova campagna olearia, ricco di aromi verdi, polifenoli e note amare/piccanti.
• Benefici principali: azione antiossidante (polifenoli e vitamina E), antinfiammatoria (oleocantale), supporto al profilo lipidico (acido oleico), protezione da ossidazione dei lipidi nel sangue (polifenoli).
• Come sceglierlo: raccolta precoce, fruttato medio/intenso, amaro & piccante percepibili, scadenza e campagna evidenziate, bottiglia scura.
• Come usarlo: a crudo su verdure, legumi, pesce, carni bianche; ottimo anche in cottura grazie alla stabilità ossidativa.
• Quanto: 1- 2 cucchiai al giorno (10 - 20 g) inseriti in una dieta mediterranea equilibrata.

Che cosa si intende per “olio extravergine nuovo”


Con olio nuovo si indica l’olio extravergine d’oliva (EVO) della nuova stagione di raccolta, appena franto (in Umbria, di solito da ottobre a dicembre). È riconoscibile da:
• profumi verdi (erba tagliata, carciofo, mandorla fresca, pomodoro/erba medica a seconda della cultivar);
• gusto amaro e piccante più evidenti (firma dei polifenoli);
• colore che può variare dal verde brillante al dorato, non indice univoco di qualità (dipende da cultivar, filtrazione, maturazione).

L’amaro e il piccante non sono “difetti”: sono marcatori sensoriali positivi, correlati alla ricchezza fenolica.

La composizione che fa bene: acido oleico, polifenoli, vitamina E e squalene


• Acido oleico (ω-9): il principale acido grasso dell’EVO (55–83%). È un monoinsaturo stabile, associato a un migliore profilo lipidico quando sostituisce grassi saturi.
• Polifenoli: famiglia di composti bioattivi (es. idrossitirosolo, tirosolo, oleuropeina, oleaceina, oleocantale). Sono antiossidanti e in parte antinfiammatori; proteggono l’olio dall’ossidazione in cottura e, se presenti in quantità adeguate, contribuiscono a proteggere i lipidi ematici dall’ossidazione.
• Vitamina E (α-tocoferolo): antiossidante lipofilo che aiuta a preservare membrane cellulari e l’EVO stesso.
• Squalene: triterpene presente in misura significativa; partecipa al benessere cutaneo ed è un cofattore interessante nella dieta mediterranea.

Perché l’olio “nuovo” è spesso più ricco?


La raccolta precoce (olive invaiate, non sovramature) e l’estrazione attenta a freddo tendono a preservare un tenore fenolico maggiore. Con il passare dei mesi (e se conservato male) il patrimonio aromatico e polifenolico cala gradualmente.

Benefici per la salute: dalla tavola alla biologia


1) Antiossidante: difesa dallo stress ossidativo
I polifenoli e la vitamina E dell’extravergine contribuiscono a ridurre l’ossidazione dei lipidi (sia nell’alimento sia nell’organismo). Un EVO ricco di polifenoli può aiutare a proteggere i lipidi nel sangue dall’ossidazione, meccanismo chiave che precede molte alterazioni metaboliche.

2) Azione antinfiammatoria “dolce”
L’oleocantale, responsabile del pizzicore in gola, è un fenolico con attività COX-inibitoria simile (non uguale) a quella di alcuni FANS, ma in chiave alimentare: non sostituisce farmaci, però spiega l’effetto “lenitivo” percepito da molti. L’oleaceina contribuisce con un profilo antiossidante e “spazzino” dei radicali liberi.

3) Profilo lipidico e cuore
Sostituire grassi saturi con monoinsaturi (come l’acido oleico dell’EVO) si associa a miglioramenti del profilo lipidico complessivo. È la base della dieta mediterranea: più olio extravergine, meno grassi animali e tropicali.

4) Microbiota e sazietà
L’uso quotidiano di EVO su verdure e legumi incrementa l’apporto di fibre + grassi buoni, favorendo sazietà e aiutando a stabilizzare la risposta glicemica del pasto. I composti fenolici, inoltre, interagiscono con il microbiota; il quadro è in continua ricerca, ma i segnali sono positivi.

Disclaimer sincero: i benefici si manifestano nel contesto di uno stile di vita sano. L’olio extravergine non è un farmaco e non cura malattie; è un caposaldo alimentare che, usato tutti i giorni al posto di grassi di qualità inferiore, fa la differenza nel lungo periodo.

Come scegliere un olio extravergine “nuovo” e davvero ricco


1. Campagna olearia in etichetta: cerca l’anno di raccolta (es. 2025/26). Meglio da raccolta precoce.
2. Origine e DOP/IGP: garanzie su filiera e tracciabilità (es. DOP Umbria – Colli Assisi Spoleto).
3. Profilo sensoriale: fruttato verde, amaro e piccante percepibili ⇒ indizio di polifenoli.
4. Bottiglia scura o latta: luce e calore degradano i bioattivi.
5. Filtrato o non filtrato? Il non filtrato può essere più espressivo nelle prime settimane, ma stabilizza meno: se non è perfettamente decantato, consumalo in tempi brevi; per dispensa lunga, un buon filtrato spesso conserva meglio la qualità.
6. Formato: meglio bottiglie piccole per casa (0,5–0,75 L): apri, finisci, apri il successivo ⇒ minore ossidazione.

Conservazione: la differenza tra un olio eccellente e uno nella media


• Luce: nemica numero uno. Tieni la bottiglia al riparo da finestre e faretti.
• Calore: ideale 14–18 °C; evita vicino a forno, fornelli, radiatori.
• Ossigeno: chiudi bene il tappo; non travasare continuamente.
• Tempo: l’olio non “invecchia bene”. Il “nuovo” dà il meglio entro i primi 6–8 mesi se ben conservato; resta ottimo anche oltre, ma con aromi meno prorompenti.

Olio extravergine nuovo in cucina: a crudo e in cottura
A crudo: su insalate amare (radicchio, rucola), verdure cotte, legumi (ceci, lenticchie), zuppe rustiche, pesce bianco, carpacci di verdure, bruschette.
In cottura: l’EVO resiste bene grazie alla frazione fenolica e al profilo monoinsaturo. Sauté, stufati, cotture al forno e anche frittura leggera risultano stabili se non si supera il punto di fumo (che dipende dalla qualità e dal tenore di liberi: un ottimo EVO ben tenuto è sorprendentemente stabile).

Pro tip: per esaltare sia benefici sia gusto, usa un filo a crudo anche dopo la cottura.

Quanto usarne (e quando fare attenzione)
Nella quotidianità mediterranea una forchetta ragionevole è 1–2 cucchiai al giorno (10–20 g) a persona, modulando con il resto dei grassi del piatto.
Attenzione: è calorico (≈ 9 kcal/g); se stai seguendo un piano ipocalorico, dosa senza rinunciare alla qualità. In presenza di condizioni particolari (es. calcolosi biliare sintomatica) o terapie specifiche, confrontati con il medico o il nutrizionista.

Perché l’olio nuovo “pizzica” (e perché è una buona notizia)


Quel pizzicore in gola che talvolta fa tossire è la firma dell’oleocantale. Più è percepibile (entro l’equilibrio del fruttato), più probabile è un tenore fenolico interessante.

Allo stesso modo, una nota amara pulita (carciofo, rucola) è il segno di oleuropeina e affini. Insieme compongono il profilo che, oltre a deliziare, protegge.

Abbinamenti “funzionali”: come aumentare l’assorbimento dei nutrienti
• Verdure colorate (pomodoro, carote, zucca): l’olio migliora l’assorbimento dei carotenoidi liposolubili.
• Legumi: con EVO + erbe aromatiche ottieni piatti completi, sazianti e ricchi di antiossidanti sinergici.
• Pesce azzurro: omega-3 + polifenoli = combo che valorizza sia gusto sia stabilità ossidativa.

Olio nuovo, territorio e identità
In Umbria, l’olio “nuovo” è un rito di campagna: frantoi in attività, pane caldo e profumo di fruttato verde. Varietà come Moraiolo, Frantoio, Leccino danno profili diversi; il blend sapiente costruisce equilibrio tra amaro, piccante e fruttato. Per un turismo consapevole, visitare i frantoi e partecipare a degustazioni guidate aiuta a riconoscere qualità e difetti.

FAQ
Che differenza c’è tra olio “nuovo” ed extravergine “normale”?
Il “nuovo” è l’extravergine appena franto della nuova campagna, in genere più aromatico e ricco di polifenoli. Col tempo, profumi e amaro/piccante tendono a smussarsi.

L’olio extravergine nuovo fa meglio di quello vecchio?
A parità di qualità e conservazione, l’olio più fresco mantiene in genere un tenore fenolico e un profilo aromatico superiori. Restano fondamentali origine, cultivar, lavorazione e conservazione.

È vero che l’extravergine non va scaldato?
No. Un buon EVO è stabile e adatto alla cottura grazie agli antiossidanti e all’acido oleico. Usa temperature adeguate e, se vuoi, aggiungi un filo a crudo per completare.

Come riconosco un extravergine ricco di polifenoli?
Ricerca fruttato verde, amaro e piccante equilibrati; preferisci raccolta precoce, bottiglia scura, campagna olearia in etichetta e produttori che dichiarano parametri analitici.

Quanta quantità al giorno per avere benefici?
Nell’ambito di una dieta varia, 1- 2 cucchiai al giorno (10 - 20 g) sono una forchetta realistica. I benefici dipendono dal quadro alimentare complessivo, non da un singolo alimento.

Aggiornato a settembre 2025 - a cura del team Santa Maria degli Ancillotti


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